L’inconfondibilmente prestigio nella produzione dei vini marchigiani è da ricercare nell’elevato numero di vitigni, con la presenza di ceppi centenari che hanno fatto acquisire.
Tra i vari fattori, non da meno c’è il clima, che sicuramente gioca un ruolo fondamentale, tanto che ad oggi si è arrivati a ben 19 vini Doc e 5 Docg, garanzia della qualità delle viticolture marchigiane.
I mutamenti del territorio
Durante gli anni‘ 70 il territorio ha subito modifiche significative, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista tecnologico, con il conseguente rinnovamento dei vigneti. È stato così che vini DOC come Sangiovese, Montepulciano, Verdicchio, Trebbiano toscano e Biancame sono diventati sempre più noti a discapito di vitigni locali non in possesso di certificazioni.
Ma una successiva inversione di tendenza li ha riportati in auge grazie a nuove DOC e nuove discipline di produzione che hanno permesso a questi vini “minori” di essere riscoperti.
Percorrendo la produzione dei vini marchigiani, troviamo:
– in provincia di Pesaro le Doc Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi e Pergola;
– in provincia di Ancona l’inconfondibile Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Rosso Conero (entrambi Docg) e la Lacrima di Morro d’Alba;
– a Macerata, invece, le Doc Esino, Serrapetrona, Terreni di San Severino e Colli Maceratesi, San Ginesio, la Vernaccia di Serrapetrona Docg e il Verdicchio di Matelica Docg.
– ad Ascoli Piceno, infine, oltre all’Offida Docg, troviamo le Doc del Rosso Piceno (che comprende anche la tipologia Superiore) e del Falerio dei Colli Ascolani.
Dal 2003 al 2013 le esportazioni delle Marche sono cresciute del 65%, capeggiate dal Verdicchio.
I migliori “buyer” risultano essere gli Stati Uniti (con il 26% delle esportazioni) e, a seguire, Giappone, Germania e Svezia.
Di seguito alcuni esempi che fanno parte della produzione dei vini marchigiani targata Piersanti.
Li trovate nel nostro catalogo online -> https://piersantivini.com/catalogo/
